Il significato della C e del tempo tagliato musicale
Differenza tra tempo tagliato e tempo semplice : 2/2 e 4/4.
Non c’è cosa più semplice da capire: quella C che si trova spesso in uno spartito all’inizio del pentagramma significa semplicemente 4/4. Cioè, in altre parole, sostituisce la scrittura del tempo 4/4. Ok? Poi se si trova la C con un taglio o stanghetta verticale che la divide, significa tempo di 2/2 detto, appunto, tempo tagliato. Il tutto risale a secoli fa quando si indicava il tempo in quel modo. Anche con un cerchio, a volte.
Capire il tempo musicale tagliato
Il tempo tagliato di 2/2 significa due battiti a battuta, due colpi ognuno da una minima o mezzo. Mentre il tempo 4/4, anche se matematicamente equivalente, significa 4 battiti ognuno da una semiminima o quarto e quindi è diverso, più diviso. Devo dire che molti musicisti semi professionisti non capiscono questa differenza.
Il 2/2 ਠdiverso dal 4/4 nella teoria e nella pratica, come spiegato sopra.
L’articolo parla di questo.
In merito a quello che dici possiamo dire che il 2/2 somiglia molto al 2/4 ma la scrittura ਠben diversa e anche l’andamento.
quale è la differenza sostanziale tra 2/2 e 2/4 sono un musicista professionista è non ho mai capito la differenza.
La risposta non è soddisfacente, matematicamente tutto ok.
Ma il perché musicale ?
Francesco ora ti spiego dal punto di vista musicale la differenza tra il 2/2 ed il 4/4 che matematicamente sono equivalenti ma dal punto di vista ritmico e prettamente musicale no.
Come dice la frazione, 4/4 indica 4 tempi mentre il 2/2 indica solo 2 tempi cioè solo due battiti a battuta.
Ora, una cosa è fare un ritmo in due ed un’altra in quattro. Cambia tantissimo.
Innanzi tutto gli accenti e poi anche l’andamento.
Il 2/2 quindi si porta in due mentre il 4/4 in quattro con accenti diversi.
Il punto non riguarda tanto la differenza tra 2/2 e 4/4 ma tra 2/2 e 2/4 e tra l’uso del C e del tagliato in luogo delle frazioni. Io ho avuto risposte differenti da insegnanti di pianoforte e da un musicologo esperto di musica rinascimentale ma la quadra non l’ho ancora trovata. Pare comunque che nelle indicazioni C e tagliato sia indicato qualcosa di più che una scansione metrico- accentuativa, in epoc rinascimentale esistevano già differenti interpretazioni del tagliato che riguardavano anche la velocità di esecuzione o il carattere modale del brano (dove per modi si intende anche il modo di interpretare gli “affetti musicali”). Il C io lo associo ai corali e quindi con un’accentuazione meno marcata tra un movimento e l’altro, il mio insegnate di solfeggio mi disse che il tagliato va suonato più marcato del 2/2. L’idea che mi sono fatto è anche che i tempi in mezzi rispetto a quelli in quarti rispondano graficamente meglio a rendere l’idea di contrasto tra raggruppamenti di note più brevi e valori più lunghi, come a dire che in una scatola grande è più facile far stare sia palline da tennis che da pingpong o biglie.
Si, sono giuste un po tutte le indicazioni che dai ma tieni presente che la musica è sempre stata e sarà una scienza in evoluzione e la teoria dipende sempre dalla pratica e dalla comodità di scrittura. Osserva infatti anche nel jazz e nella musica moderna rock o pop come sono state riadattate e rese più funzionali al genere determinate notazioni.
La differenza tra 2/2 e 4/4 comunque c’è ed è evidente, come detto anche nel modo di suonarli. Per il 2/4 e 2/2 credo dipende dallo stile ed è anche strettamente legato alla grafica ed alla velocità di un brano.
In effetti un 4/4 a 300 bpm ha 4 battiti, per comodità si può sentirlo/considerarlo/suonarlo a metà e quindi 2 battiti a 150 bpm (accentandoli convenientemente). Tutto qui.
Scusate la domanda, ma dato che sono in fase di studio di questo “tempo tagliato” vorrei chiedervi se: considerando che nel 4/4 abbiamo una battuta divisa in 4 battiti e ad ognuno diamo il valore di una semibreve divisa (appunto) quattro parti, se teniamo a mente le considerazioni fatte per i tempi “irrazionali” posiamo considerare il 2/2 come una suddivisione in due movimenti ma ognuno avente il valore di una semibreve divisa in due parti?
Ciao a tutti. Il tempo 2/2 rappresenta una lente di ingrandimento su ogni battuta del pentagramma. Avendo quindi una battuta da 4/4 in due movimenti ( uno in battere ed uno in levare) è come se il valore delle note di dimezzasse. Quindi il quarto diviene come un ottavo è un ottavo come un sedicesimo. Serve per rendere più dinamico il tempo del brano.
scusa ma nell’antichità (per motivi religiosi) il cerchio non indicava la perfezione, il 3/4… quindi il C ‘imperfetto’ il 4/4?
Confermo, Paolo. Così mi è stato insegnato da un esperto di contrappunto e musica modale del quale ho seguito il corso.
Tornando al tema principale della conversazione, un direttore d’orchestra di fronte a un tempo tagliato userebbe una gestualità più morbida e (forse) più ampia.
Personalmente, associo il tempo tagliato al cantabile.
Ok, ma quando trovo quale indicazione di tempo un 2 (cifra) con la barra verticale che lo taglia (come si farebbe con il C tagliato, come devo considerarlo?
Partitura Bach BVW 232.
… sono un piucché principiante.
A mio modesto parere (insegnante di pianoforte e solfeggio) nessuno ha esattamente risposto…non cambia nulla se non la scrittura.. la prova pratica: la stessa cosa (es. Note veloci) la posso scrivere in 2/2 e in 4/4 semplicemente scrivendo degli ottavi nel 4/4 e in quarti nel 2/2
Il fatto che ci siano musicisti (o dichiarati tali) che non percepiscono la differenza mi lascia perplesso!
La C indica una scansione del tempo in 4 accenti (4/4) – potremmo dire che ogni nota ha un suo peso – la C tagliata invece, indica che la scansione è di due accenti (2/2) – potremmo anche dire che le note di battere hanno una dominanza nell’economia della frase. Ciò modifica la percezione stessa dell’andamento musicale. Se imposto il metronomo su tempo ADAGIO e solfeggio uno spartito in 4/4, scandirò il solfeggio in 4 tocchi del metronomo; se lo imposto sempre su ADAGIO e solfeggio uno spartito in 2/2, scandirò il solfeggio stando all’interno di soli due tocchi (potremmo dire che le note dimezzano di valore).
Tutto ciò non è solo un tecnicismo.
Tanto per fare un esempio; nel manoscritto dell’Ave Verum, Mozart segna un Adagio con indicazione C tagliata. Nella stragrande maggioranza delle esecuzioni, tuttavia, questo brano viene eseguito come se fosse un semplice 4/4, lentissimo, le frasi sembrano non voler finire e avere buoni polmoni è l’unica risorsa per non andare in apnea; questo succede perché si dà più importanza al concetto di “ADAGIO”, tant’è che su molte trascrizioni e spartiti, la C tagliata è diventata una C, accondiscendendo al concetto di un tempo lungo e statico, quasi contemplativo.
Se, invece, si provasse a rispettare la C tagliata, la melodia sarebbe più sinuosa, le frasi più legate e nel complesso più compiute, con una maggior incisività delle note di battere nell’economia della frase. Lo si evince in particolare nella seconda parte del brano, quel susseguirsi a cascata tra voci muliebri e virili, quel crescendo fino all’apice del “in mortis examine”. Non è possibile immaginare che Mozart abbia composto così il brano, senza motivo, come se la C e la C tagliata fossero la medesima cosa!
Spero di essermi spiegato bene e di non aver confuso di più le idee… Buona Musica a tutti!
Grazie per la chiara e precisa spiegazione