Filtri audio
Si chiamano filtri audio quei dispositivi che accettano in ingresso un segnale intero e ne restituiscono in uscita solo una parte . Questa definizione non vi risulterà poi così ostica se pensate che qualsiasi filtro svolge questa funzione, anche quello di una sigaretta…
Distinguiamo i principali tipi di filtri:
- passa basso
- passa alto
- passa banda
- arresta banda
Filtro PASSA-BASSO: in inglese “LOW PASS FILTER” (LPF) è un filtro chelascia passare solo le frequenze al di sotto di un certo punto definito “frequenza di taglio”* .
Filtro PASSA-ALTO: in inglese HIGH PASS FILTER (HPF) è un filtro che agisce all’opposto del passa-basso, cioè lascia passare solo le frequenze al di sopra della frequenza di taglio.
Filtro PASSA BANDA: permette il passaggio di frequenze all’interno di un dato intervallo (la cosiddetta banda passante) ed attenua le frequenze al di fuori di esso. Sostanzialmente è la combinazione tra un LPF e un HPF.
Filtro ARRESTA BANDA o RIGETTA BANDA: in inglese “rejecy band filter” è un filtro che agisce in modo opposto al passa-banda, cioè blocca una determinata banda audio. E’ sostanzialmente composto con la stessa circuiteria di un equalizzatore semi-parametrico o parametrico nel caso avesse la possibilità di variare il fattore “Q” (campana di intervento).
Questi filtri si utilizzano, generalmente per apportare delle correzioni, o prevenire alcuni inconvenienti come i “Larsen” (effetti feedback) e dunque possono (devono) avere una selettività molto spinta cosi da poter arrestare la più stretta porzione di banda audio senza modificare troppo la risposta in frequenza di tutto il segnale (come avviene con il filtro definito “NOTCH” che è un filtro arresta-banda a campana molto stretta che serve proprio a “bucare” una certa banda audio).
Cio non toglie, tuttavia, che nel corso dell’evoluzione compositiva musicale alcune tipologie di filtri vengano utilizzati più per scopi “creativi” di genere che per pure esigente correttive, come ad esempio nella musica elettronica (specialmente dance) che ha reso i vari HPS e LPS delle vere e proprie tecniche compositive e distintive.
* LA FREQUENZA DI TAGLIO: abbiamo detto che è il punto dove comincia il filtraggio. Essa può essere più o meno precisa, a seconda della qualità di costruzione della circuiteria elettrica (è il problema principale dei cross-over nei sistemi di riproduzione audio, cioè apparecchi elettronici che devono suddividere il segnale audio in due,tre o più parti relativamente alle “vie” del sistema di diffusione. Agisce come un vero e proprio filtro plurimo con più frequenze di taglio: e va da se che una buona percentuale della qualità di un sistema di diffusione audio dipende proprio dalla qualità di questi filtraggi!).
E’ bene spendere qualche parola anche sulla parte audio “filtrata”: non esiste nella pratica un filtro capace di eliminare totalmente la banda audio filtrata: esiste solo la possibilità di poter rendere l’intervento filtrante più “ripido” possibile, in riferimento alla qualità della circuiteria. Avremo dunque diverse tipologie di filtraggio definite
- 6 db per ottava
- 12 db per ottava
- 18 db per ottava
- 24 db per ottava
- 30 db per ottava
- 36 db per ottava
a partire dalla frequenza di taglio il filtraggio attenua il segnale con une pendenza relativa a quanto dichiarato. Facciamo un esempio: immaginiamo di applicare un filtro passa alto da 18 db per ottava dai 120 hz in su. Avremo che tutto il segnale audio al di sotto dei 120 hz si attenua di 18 db ogni ottava ( se a 120 hz il volume è a x db, a 60hz sarà x – 18 db, a 30hz sarà x -36 db e cosi via…)
Va da se che piu la pendenza di filtraggio possiede maggiori db di attenuazione e piu il filtraggio è efficace ma è anche bene sapere che più la pendenza di filtraggio è ripida e piu l’apparecchio deve avere maggiore qualità costruttiva (o di programmazione nel caso sia software) per non rischiare di creare fenomeni di deterioramento del segnale audio (udibili come effetto “faser”…)
Come gli equalizzatori anche i filtri possono essere passivi ed attivi.